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Approfondimenti sul metodo

Esercizi spirituali

Incontri quindicinali

Gli incontri si tengono ogni quindici giorni, normalmente la sera dopo cena o nel pomeriggio, e sono articolati in tre momenti:

1. Condivisione

Nella condivisione fraterna e libera, si verifica il vissuto spirituale della tappa precedente maturato in ciascuno. Non si tratta di intavolare una discussione, quanto di ascoltare con affetto e simpatia (mantenendo la riservatezza) le esperienze spirituali dei compagni di viaggio.

2. Spiegazione del tema della tappa

La guida presenta la nuova meditazione per cominciare ad assimilare insieme i frutti dell’esercizio da chiedere nella preghiera dei quindici giorni successivi.

3. Scuola di preghiera

È  il momento in cui si impara a entrare in relazione profonda con il Signore, a fare sintesi con il nostro vissuto, a raccogliere e a gustare i frutti spirituali.

Ad ogni incontro sarà consegnato un sussidio di aiuto e orientamento.

Potranno essere indicate o proposte attività ed esercizi da fare a casa per preparare l’incontro successivo.

Il gruppo, gli esercizi, la guida, sono mezzi per aiutare l’esperienza spirituale personale di ciascuno degli esercitanti.

Agli incontri quindicinali si aggiungono tre giornate intensive (domeniche) nell’arco di un anno: sono l’occasione per approfondire, valutare il cammino, fare il punto sulla situazione e rilanciare l’esperienza.

Sosta personale quotidiana

Gli EVO si differenziano dalle altre modalità di Esercizi Spirituali poiché si vivono nel contesto della vita quotidiana, cioè nei luoghi, nei tempi, tra le persone, nelle attività di ogni giorno.

Si è constatato che la costanza della preghiera quotidiana e la durata del percorso riescono a far entrare più in profondità e a provocare duraturi cambiamenti nel cuore e nella vita degli esercitanti.

Gli Esercizi nella forma ritirata – quelli che durano un mese e che spesso si svolgono in apposite case – sono oggi più difficili da praticare a causa degli impegni famigliari, professionali, sociali e comunitari.

Ioltre, la vita quotidiana è piena di occasioni per cogliere l’azione dello Spirito e la presenza del Signore; le nostre esperienze e il vissuto interiore di ogni giorno diventano i mezzi attraverso i quali può avvenire una vera integrazione tra fede e vita.

Il lavoro che ognuno svolge personalmente a casa si articola su quattro punti:

1. Riflettere

Significa comprendere i temi che vengono proposti, collegarli con la vita, scoprire il modo in cui quel brano delle Scritture ci parla.

Per questo serve tempo per approfondire ciò che si comprende e cercare le analogie con la propria vita quotidiana.

2. Pregare

Significa lasciar scendere nel profondo di noi stessi ciò che abbiamo compreso con l’intelletto, per esserne toccati affettivamente, imbevuti e trasformati.

È in questo luogo interiore che il Signore può rivelarsi e noi convertirci a lui.

È importante darsi un tempo quotidiano di preghiera ed essere fedeli alla regolarità: senza di ciò non si può fare alcun passo in avanti nell’esperienza spirituale.

La preghiera diventerà spontaneamente e progressivamente preghiera continua nella vita.

Con il tempo, la vita stessa diventerà nutrimento spirituale e alimenterà il tempo di preghiera: avverrà un influsso reciproco.

3. Vivere

È nel quotidiano che si radica l’esperienza spirituale sostenuta dalla riflessione e dalla preghiera.

Si sviluppa allora un atteggiamento del cuore, che guarda in modo nuovo la creazione, l’umanità, la storia e la propria vita, come se prendesse in prestito gli occhi di Dio.

Quando matura in noi questo amore profondo di Dio, esso traspare e si comunica a quelli che stanno attorno, anche se non ce ne rendiamo conto.

Allo stesso tempo ogni più piccola cosa della vita trova risonanza e spazio dentro di noi, nutrendoci spiritualmente e umanamente.

4. Verificare

Si progredisce se si prende coscienza del nostro vissuto reale; se si chiarisce se si tratta di una grazia o di una illusione, se nel cammino stiamo avanzando o retrocedendo.

La verifica richiede un occhio attento e vigilante su di noi, per capire se ciò che avviene proviene dal buono o dal cattivo spirito.

Sarà di aiuto tenere un diario spirituale, dove prendere nota di queste prese di coscienza.

In questo modo impareremo a valutare e guidare la nostra esperienza spirituale, operando l’esame spirituale di coscienza, ossia esaminando ciò che abbiamo vissuto e sentito durante la preghiera: luci, grazie, gusti, disgusti, distrazioni, difficoltà, gioie, tristezze, aridità.

Guida e gruppo aiuteranno ad acquistare uno sguardo più obiettivo sulla nostra vita, contribuiranno al processo di liberazione di noi stessi, che ci renderà più capaci di prendere in mano e gestire la nostra vita futura.